Chi non ricorda questi due faccioni sbucare dalle pagine di qualche libro scolastico? Che si studiasse arte, storia o geografia, questa coppia ai miei tempi ha turbato il sonno di più di uno studente, non tanto per la scarsa avvenenza (opss! è body shaming?), quanto perché fa parte di un capitolo della storia d'Italia davvero importante e denso.
La bionda figura, elegantissima nella sua acconciatura ricercata con gioielli inestimabili e abito ricamato (no, non è un tatoo hindi) fu una delle persone più ricche e potenti del Rinascimento, Battista Sforza (1446 - 1472) e, malgrado il nome, era proprio una donna!
Figlia del Signore di Pesaro e quindi ricca di suo, sposò il fratello della sua matrigna, Federico da Montefeltro, conte di Urbino.
Ed eccolo lì il nostro Federicone, proprio di fronte alla moglie nel dittico su tavola tanto famoso, realizzato presumibilmente tra il 1465 e il 1472 nientemeno che da Piero della Francesca, amico di famiglia, si direbbe oggi.
La scelta di raffigurare la coppia di profilo non fu casuale: il grande condottiero si fece ritrarre dal lato sinistro a causa di una menomazione al volto, avendo perso l'occhio destro in uno scontro armato. Anche il naso non è una bellezza classica: si pensò che Federico si fosse fatto asportare volontariamente una piccola parte del ponte nasale per ampliare la visuale dell'occhio superstite ma è molto più probabile che il naso sia stato rotto dalla stessa arma che gli rovinò la vista.
Bene, l'aspetto fisico fortunatamente non è tutto e infatti la coppia fu felice, prolifica e molto ricca.
Battista si rivelò una donna intelligente e capace anche nella gestione degli affari pubblici durante le lunghe assenze del marito.
Federico da Montefeltro, nonostante l'animo da guerriero, fu uno dei più grandi mecenati del Rinascimento: trasformò Urbino in un importantissimo centro culturale secondo solo alla Firenze di Lorenzo il Magnifico e ne pianificò la nuova struttura urbanistica.
Utilizzò le immense ricchezze derivate dalle imprese militari per mantenere la corte e per far costruire il Palazzo Ducale di Gubbio, sua città natale, ed il Palazzo Ducale di Urbino.
Quando Federico prese il potere e ampliò il suo dominio ad Urbino, esisteva già ovviamente un Palazzo ma nulla di paragonabile a ciò che cominciò ad essere dal 1454, quando iniziarono i lavori di ristrutturazione. Intelligentemente non si stravolse l'assetto del borgo ma si comprese il vecchio nel nuovo.
Negli anni si susseguirono architetti e maestranze che seppero amalgamare i loro progetti in uno stile sobrio, armonioso, con elementi classici come colonne ed arcate ben proporzionate.
Un'eleganza sobria si nota anche nella facciata più particolare del Palazzo, quella che tutti ricordano a strapiombo su Valbona.
Chiamata "dei Torricini" per le due torri smilze che la incorniciano, la struttura alta e stretta presenta tre logge sovrapposte, come tre piccoli archi di trionfo che troneggiano sulla valle sottostante.
Poiché rivolta verso la campagna e non verso il centro abitato, ha lasciato più spazio alla creatività; inoltre, essendo visibile da lontano, l'imponenza di tutta la costruzione diventò simbolo della potenza del Ducato. Per ammirare Urbino in tutto il suo splendore in un unico colpo d'occhio (perdonami Federico, un lapsus!) bisogna salire alla Fortezza Albornoz sul punto più alto del Monte di San Giorgio, attorniata dal grande Parco della Resistenza!
Click!
All'interno il palazzo è molto interessante ma una rarità è lo studiolo di Federico con le pareti effetto a trompe l'oeil (ehm...Pardon!) dato da tarsie lignee raffinatissime.
Palazzo Ducale è bello di per sé, l'abbiamo detto, ma è anche sede della Galleria Nazionale delle Marche, nella quale sono esposte opere d'arte rinascimentale di autori come Piero della Francesca, Tiziano, Paolo Uccello e Raffaello, nato proprio ad Urbino.
Non a caso in città sorge una prestigiosa Accademia di Belle Arti.
Un'occhiata ai palazzi storici dell'antichissima Università è un dovere!
- Che voglia di tornare giovane! Che voglia di respirare di nuovo il clima universitario! E se mi iscrivessi di nuovo? Potrei studiare arte...- Pensavo sfogliando un tomo in una libreria universitaria...Oh, no! di nuovo il dittico della Montefeltro family!
Magalie









Grazie, bell'articolo...mi è sembrato di tornare ad Urbino, a godermi la vista del palazzo dalla collina sovrastante, mentre mio figlio, felice, faceva capriole nel prato...
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