Perché subisco il fascino degli edifici abbandonati? Cosa mi spinge alla vocazione da crocerossina architettonica, al desiderio di veder rivivere vecchie costruzioni che stanno in piedi per scommessa? E' solo amore per l'arte antica o c'è di più? E poi, avrebbero lo stesso fascino una volta ristrutturate? Forse no, molte di loro in ogni caso non avranno questa fortuna e noi non lo sapremo mai.
E' il destino di un complesso di edifici pieni di mistero, che trasudano storia da ogni singola crepa, in una frazione del Comune di Casale Monferrato, su una collina che osserva il Po.
A Casale quando diciamo Torcello, pensiamo ad un insieme di costruzioni ormai quasi completamente crollate, avvolte da una fitta vegetazione di alberi ed arbusti che lo rendono difficile da raggiungere nonostante la poca distanza dalla strada. Se fosse stato un castello sarebbe stato quello della Bella Addormentata dopo l'incantesimo di Malefica. Invece no, il castello nell'Alto Medioevo forse c'era, addirittura qualcuno pensa ad un castrum romano ma di sicuro esisteva una cappella inglobata all'interno di una cinta fortificata, della quale era parte integrante una piccola torre in pietra e mattoni, i cui resti sono ancora lì, nascosti da un rampicante che la tiene in piedi.
Nel tempo la cappella si trasformò in una chiesa vera e propria, subì molte modifiche ed ampliamenti: Torcello divenne un'abbazia con un grande monastero ed un chiostro. Di quest'ultimo non rimane più nulla, la chiesa dedicata a San Clemente però c'è ancora, distrutta ma ben visibile: il tetto è completamente crollato ma la facciata e l'abside rimaste ci ricordano quanto fosse antica e bella. La forma del portale, le colonne e la fattura dei capitelli fanno pensare che qui abbiano lavorato le stesse maestranze che si occuparono della Cattedrale di Sant'Evasio a Casale, nella metà del XII secolo.
Con un po' di coraggio (forse più incoscienza!) sono entrata nel perimetro della chiesa (se qualcuno per caso mi leggesse non mi imiti, la chiesa è davvero pericolante!) e osservando ciò che rimane dell'abside si vedono resti di affreschi ormai irrecuperabili. A occhio nudo, per giunta inesperto, tanti particolari non si notano ma la caduta della soletta che nascondeva l'antico catino absidale e il distacco dell'intonaco hanno fatto trapelare figure molto antiche. Informandomi un pochino, ho letto che ci sono almeno tre strati di dipinti ed anche un disegno preparatorio per un Cristo inserito in una mandorla.
Il campanile, snello ed altissimo, lo si vede anche da lontano ed è una delle costruzioni più belle del complesso ma è molto più recente della chiesa: anch'esso più volte ricostruito, ciò che vediamo risale al Settecento.
Purtroppo tutto il complesso venne abbandonato all'inizio del XX secolo a causa della profonde crepe e dei crolli provocati dagli smottamenti del terreno friabile e dalle cave di marna della zona (anche su queste ci vorrebbe un racconto). Per questi problemi difficilmente la chiesa di San Clemente verrà un giorno recuperata. Credo sia troppo tardi.
Spero fortemente che vengano almeno messi in sicurezza il campanile, simbolo di Torcello e la facciata romanica. Chissà che con questo scritto non si risvegli dal torpore qualche autorità. Riuscirò? Non credo. Di sicuro ne manterrò la memoria, almeno per un po'.
Magalie








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